sabato 19 marzo 2011

Non conosco la storia ma la vita sì


Che senso ha conoscere la Storia? Che senso ha sapere le date delle guerre, i nomi degli imperatori, l'elenco dei partigiani, le piazze delle città, il numero dei morti, i tipi di armi, le tattiche, gli editti, le costituzioni, le leggi, le forche e le fucilazioni? Non una di queste cose ci insegna cos è veramente la vita di per sé. Non una. La scienza? Ci spiega la particella che da la vita, l'atomo della creazione, ci fa muovere più veloce... Ma non ci dice cos è la vita. Leggendo i testi storici, scientifici o qualunque altro non assapori la vita. La religione? Men che meno. La filosofia? Ci dice come potrebbe essere la vita, ma non cos è. La vita si conosce vivendola. Il sorriso di una persona è più esauriente di una enciclopedia intera. La risata di un bambino più forte di mille tomi scientifici. L'amore per una persona più profondo di secoli di storia. Abbiamo perso la testa e la ragione di vivere tra mille libri e mille televisioni. Non trovate giustificazioni, non cercate delle spiegazioni, vivete. Il resto serve a poco, anzi è solo un mezzo da sfruttare.

sabato 12 marzo 2011

Non ci capisco niente, almeno spero di non capirci


Una volta non sapevo che cosa fosse fare all'amore con una donna.. Come tutti ovviamente. L'immaginazione di un bambino, di un ragazzo corre veloce e incerta. Durante l'infanzia è indescrivibile sia negativamente che positivamente cio' che non si è mai provato prima. Non vale solo è soltanto per dell'esperienze così importanti come l'atto sessuale in sé- Imparare ad andare in bici, scendere da uno scivolo, parlare ad un pubblico---
Sono tutte emozioni che si trasformano in realtà- Prima di baciarla provai una gioia fortissima -- poi senti umido e molle venire dalle sue labbra, odore dal suo fiato e infine un' emozione di sconforto... non credevo fosse così banale....La realtà si inserisce di forza tra le emozioni, a volte mettendole da parte. Ma la realtà è razionale, cruda, complicata.
Ecco perchè a volte spero di non comprenderla.. Essa vive tra bene e male, tra il falso e il vero..
E come si fa ad essere degli uomini che riescono a stare in mezzo a questo? Non si può.. La realtà è un fiore, non ciò che puo' suscitare. La realtà è un crimine commesso da qualcuno, non il dolore o il piacere che nasce da esso.

La gente vive una vita sfiorando a volte con le dita il suolo duro della realtà, rifiutandosi di comprenderla totalmente per non perdere l'emozioni che essa suscita.

giovedì 17 febbraio 2011

Facebook: incontri virtuali e infelicità reale


Si dice che il contatto umano sia fondamentale sin dalla prima infanzia del bambino e che tribù delle amazzonie lo praticavano come metodo di rilassamento, conforto, medico, energetico etc etc....
Facebook è come un falso specchio della verità. Riflette tutte le immagini della nostra vita e dei nostri "contatti" (che in realtà a contatto fisicamente non ci veniamo MAI o raramente) ma in realtà di loro, e a volte anche di noi stessi, non sappiamo nulla. Da quando ho un profilo su fb ho perso sempre di più l'interesse per quelle persone che fanno parte dei miei contatti. Questo non vuol dire che non provo più bei sentimenti nei loro confronti come amore e amicizia, molto semplicemente non mi sorprendono più. La gente in giro, considerando il fatto che sono per buona parte iscritti a fb perde quel fascino del non conosciuto, del mistero, della curiosità. Se è una ragazza non ti attira più perchè su fb l'hai vista in tutte le salse (elegante, appena sveglia, in bikini, in pigiama, mentre mangia, mentre ride etc) non c'è più nulla da scoprire. Adoro quei contatti di fb che mettono una loro fotina o massimo due, magari mezze sfocate, come per dire " se vuoi conoscermi incontrami nella vita reale e non qui"
Alcuni dei miei amici più cari evito di visitargli spesso il profilo. Mi rifiuto incosciamente. E come se volessi mantenere quella emozione che si prova a rincontrarli. Poco fa mi sono lasciato tentare e ne ho visitato uno. Quell'emozione s'è bruciata in un pensiero che è forte come un treno in corsa e fai fatica a deviare "adesso so come stai e cosa fai, con chi esci e che lavoro fai... ho visto come sei cambiato... non occorre più incontrarci... sono sazio di te"

Siamo talmente abituati a fb che lo usiamo come luogo reale di incontro. Anche se è virtuale, lo pensiamo come reale. "Ciao come va? Devo scappare, ci si vede su Fb!"

AGGHIACCIANTE

venerdì 15 ottobre 2010

La proprietà come male del mondo


Se volete capire il peccato originale di adamo ed eva, non è cogliere la mela. Ma volere a tutti costi tutto, quando si ha già tutto. Adamo ed Eva, in simbiosi sessuale, decidono di volere piu di quello che avevano bisogno. Il diavolo, serpe, incanta con qualcosa di fittizio e inutile. La mela, frutto del piacere perverso, della bramosia di potere e ingordigia, fa sprofondare l'uomo nella sua stupidità e testardaggine. La proprietà è la eco del peccato. La ricerca della proprietà come obiettivo, come stile di vita. Ciò che lui ha e io non posso avere. E devo dimostrare al mondo quanto valgo per averlo e per convincere la gente a darmi del denaro. Si nasce dal dolore di un parto, dalla fame del seno. Pianti e momenti di quiete. Insegnamenti continui su ciò che è tuo e ciò che non lo è e non si puo' avere o toccare. La condivisione è piu semplice da utilizzare e da imparare. Non bisogna correre, lavorare e piangere per avere la condivisione. Perchè c'è qualcuno che ci pensa per te. La cosa piu difficile al mondo è pensare solo a se stessi. è innaturale. Si pensa a se stessi nel pericolo, nella fame. Ma pensare agli altri è piu facile, rende piu felici e aiuta a crescere. Solo che non tenta come la mela......... la proprietà non è cancellabile, bisogna arginarla. metterla in secondo piano

La formazione e l'esperienza


Normalmente si crede che la scuola sia un organismo fondamentale per la crescita e la formazione dell'individuo. Ma cosa si intende per formazione? Mentre la crescita è cosa naturale, sia fisica che mentale, la formazione non lo è affatto. Formazione è sempre stata l'opera di altri individui, adulti, su soggetti più giovani. La formazione fa rima con tradizione, con ricordo e quindi con esperienza. L'esperienza dell'uomo, giusta o sbagliata che sia crea nell'individuo che verrà una formazione. Quindi buona parte di quella che noi chiamiamo esperienza in realtà è la formazione. Bisogna scindere e identificare precisamente i momenti di vera esperienza e i momenti di formazione. A volte non si riesce ad identificarli perchè molto vicini come situazioni. L'esperienza "andare in bici" può avvenire contemporaneamente con l'insegnamento di un padre (formazione) e la caduta accidentale che non si ripeterà più (esperienza). L'una puo' essere la soluzione dell'altra. Ma l'obiettivo è sempre lo stesso intriseco nella natura dell'essere umano: la sopravvivenza. La formazione che viene data ai bambini serve ad insegnare loro come sopravvivere in quella determinata società in cui essi vivono e sono nati. In africa un padre insegnerà in primis a come procurarsi l'acqua e il cibo e costruirsi una casa, in euvopa a come procurarsi un lavoro per avere l'acqua, il cibo e la casa e perdere la libertà che un africano ha.
Gli occidentali hanno lavorato tanto nella formazione producendo l'unico risultato: sapere di non essere liberi. Conosco e praticano milioni di strade (scienza, tecnologie....) per arrivare al traguardo dell'africano : acqua, cibo, casa e piu libertà assoluta dal lavoro. Questa formazione è errata. Non bisogna insegnarla. Bisogna insegnare ai bambini a come non lavorare per acqua, cibo e casa. Ma a come cambiare la società e il sapere comune in un sapere nuovo, che soddisfi il fabbisogno in modo equo e solidale.

lunedì 23 novembre 2009

La parola non serve

Le parole sono giustificazioni e spiegazioni delle proprie emozioni, per il 90 % sono quasi sempre sbagliate, non le descrivono mai bene, perchè descrivere, giustificare o spiegare un'emozione vuol dire analizzarla in modo distaccato e critico, trovarne la forma, il colore, i punti buoni e non. Questo uccide l'emozione. Non spiegatevi mai. I vostri occhi parlano meglio della vostra bocca.

lunedì 2 novembre 2009

GO-in-VERNO il gelo della verità


Governare significa affermare che la gente non è capace di decidere o assumersi responsabilità nella vita. Chi governa dice di assumersi più responsabilità per più persone.. in realtà è quello che vuole fare credere a più persone possibili.
Chi accetta di essere governato sigla un contratto ove vi è una clausola che dice "la tua coscienza e senso di verità sono esclusi per tutta la durata del governo da te accettato"

questa clausola non la mette il governo.
la mette il governato.

Chi accetta il governo accetta il fatto che la gente non sa organizzarsi, darsi delle regole...
cazzata. Fin dai tempi antichi l'uomo nasce con un archetipo remoto preciso: l'Organizzazione di se stesso per gli altri. Mettere in dubbio o cercare di cancellare questo archetipo significa cancellare la vera natura dell'uomo, che per la sopravvivenza della sua specie si organizza. Organizza la caccia, la famiglia, la casa, il cibo, le vesti, etc. Far nascere un uomo e fargli credere che lui non puo' autogovernarsi in una grande società è una cazzata. Il senso di verità è intrinseco in noi tutti. Anche senza insegnamento.

I governanti sono persone che conoscono bene l'uomo, senno' la sola presunzione di governarlo non avrebbe vita lunga.. bisogna saperlo fare bene...... e loro hanno imparato..........
dalla tirannia alla repubblica, e poi ancora alla tirannia... poi alla repubblica........
ora vi è una repubblica tirannica o tirannia democratica.. piu' sottile, piu' invisibile
PRATICAMENTE......NON LA SENTI.